“Let the music carry me through!” - Musicoterapia nell’Hospice

L’Associazione “La Finestra” ha ottenuto un finanziamento di euro 12.970, all’interno dei “Percorsi di Innovazione 2008” del Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana), per un progetto di musicoterapia.

L’attività, che ha avuto inizio nell’Ottobre 2009, si svolge all’Hospice Carlotta Antinori dell’ASL 10 presso il Centro Riabilitativo San Felice a Ema e mira a mettere questa terapia complementare al servizio di malati oncologici, dei loro parenti e dello staff.

Ci sono quindi quattro gruppi di utenti: 1) Pazienti del day hospice, che sono malati oncologici in trattamento palliativo. Essi abitano ancora a casa loro e vengono solo per qualche ora all’hospice: possono partecipare a sedute di gruppo con la musicoterapista, sia insieme ad altri pazienti del day hospice che a quelli ricoverati nella struttura. 2) Pazienti in fase palliativa e/o terminale ricoverati nell’hospice. A loro gli operatori dell’associazione o la musicoterapista propongono, dopo attenta valutazione di ogni singolo caso fatta insieme a infermieri e medici, un intervento di musicoterapia, di solito in sedute individuali o, se gradito, insieme ai loro parenti e/o cari. 3) Infermieri e operatori volontari della struttura stessa. Nel loro contatto giornaliero con questo collettivo di pazienti possono subentrare delle problematiche che è meglio affrontare ed elaborare tramite la musicoterapia, per prevenire un burn-out. 4) Parenti di pazienti che hanno seguito le sedute di musicoterapia insieme ai loro cari e che continuano un’elaborazione in gruppi di lutto con altri parenti.

La durata delle sedute individuali si orienta ai bisogni dei pazienti, quella dei gruppi è di 90 minuti. Durante le sedute si fanno ascolti di musiche registrate di ogni genere, di musiche improvvisate dalla musicoterapista per il/la paziente, improvvisazioni musicali utilizzando strumenti musicali elementari, composizioni di musiche e testi; si può anche cantare o creare dei CD personalizzati per l’uso del paziente anche al di fuori delle sedute. Si sceglie, insomma, quel che aiuta meglio il paziente a rilassarsi, respirare meglio, trovare svago e/o riflessione, o contattare la propria storia personale per chiarire punti ancora aperti e finire il “compito della vita”.

Il linguaggio musicale può essere utilizzato dal paziente terminale per contattare ed esprimere emozioni, e per alleviare stress a livello psicosociale e spirituale. La musicoterapia aiuta a trovare la melodia con la quale siamo in risonanza e che ci porta a un’armonia e a un equilibrio completo, condizione necessaria per passare bene questa fase dolorosa della vita.